Gubbio 1944 Sangue che gronda innocenza Grida straziate ed inermi Dalle gole morenti Serrate di gelo Contro i mostri d’acciaio contorti di morte Generati dall’odio e dalla paura Occhi senza lacrime E amari giorni futuri di vuoto Di mogli e di madri e di amati bambini Nel sole tremante di freddo Pur dai piedi di quel muro Sbriciolato dalla nera violenza Paura malata d’orgoglio e di morte Una gemma innocente Si disseta A una perla di rugiada