“Non avevano scelto la guerra, magari neppure da che parte stare: avevano scelto le case e i campi, continuare la vita, le opere e i giorni, mentre attorno infuriava una follia feroce. E furono presi davanti alle porte, a caso, rastrellati come bestie: erano vittime da immolare, ai riti della guerra, a quelle azioni e rappresaglie che costituivano la vita quotidiana dell’Italia tra il ’43 a il ’45. Caddero inermi ed innocenti: abbattuti non solo dalla scarica assassina, ma dal disprezzo della vita, dalla voglia del sangue ricercato ad ogni costo, come allora era d’uso. Sono segno di pace e di riappacificazione: ma solo a partire dal rifiuto dell’odio e della guerra come sopraffazione.”
Umberto Piersanti
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